Oggi mi sono dovuto allontanare dal nostro tema, portandovi indietro di secoli rispetto all'Ottocento dal quale abiamo cominciato. Era necessario, però, perché per apprezzare il mutamento che si realizza con il diritto comune bisogna conoscere la situazione precedente.
Abbiamo dunque cercato di trovare in alcune fonti la dimostrazione di un'idea della fonte legislativa completamente diversa da quella che oggi ci sembra indispensabile per pensare il fenomeno giuridico.
La variabilità dei testi durante l'Alto Medioevo è impressionante per chi abbia un'idea moderna del diritto.
C'è un altro aspetto di questa variabilità che non vi ho menzionato: il fenomeno delle falsificazioni. In cosa questo fenomeno si ricollega al quadro generale della "prospettiva dell'utilizzatore"? e in cosa può essere spiegato ricorrendo al binomio auctoritas-veritas?
Provate a rifletterci su e a scrivere qualche commento.
mercoledì 18 marzo 2009
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le falsificazioni sono un fenomeno molto presente nell'alto medioevo.Un esempio sono le decretali pseudo isidoriane che sono un complesso di falsificazioni fatte dalla chiesa per far circolare le leggi dopo la morte di carlo magno e sostituire il potere imperiale, questo sta proprio a dimostrazione che la veritas poi predominava sull'auctoritas, in quanto era piu importante adattare il diritto all'esigenze concrete del momento storico, come in questo caso l'esigenza della chiesa di salvaguardare i propri poteri e privilegi.
RispondiEliminaL'uso delle falsificazioni rientra perfettamente nella "prospettiva dell'utilizzatore" proprio perchè viene usato un testo,anche se falso,per supportare le proprie ragioni;come succede con le decretali, che servono per basare la riforma su fonti alle origini della Chiesa.Le falsificazioni, quindi, dimostrano la predominanza della veritas sull'auctoritas che rimane, in questo caso, ancora di più in secondo piano:visto che si parla di falsità, la precettività manca del tutto.
RispondiEliminaEffettivamente questa attidudine medievale al modellamento della legge e al suo riadattamento, per fare valere le ragioni del suo utilizzatore, è un pò difficile da concepire se la si guarda con i nostri occhi moderni,occhi abituati a codici e leggi moderne.
Domanda: ma le falsificazioni potevano essere un mezzo per caricare la veritas di auctoritas?
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIl fenomeno falsificatorio dilagato nella metà del IX secolo negli ambienti ecclesiastici francesi, come reazione al fallimento e alla fine dei capitolaria ecclesiastica, si potrebbe ricollegare alla “prospettiva dell’utilizzatore“. Esso infatti nascerebbe dalla reazione della Chiesa di Francia di fronte all’aumento di potere dell’aristocrazia, interessata a mantenere l’organizzazione ecclesiastica nel disordine per meglio depredarla e dominarla. E quindi dall’esigenza di adattare il diritto alle necessità del tempo. Per comprendere meglio il fenomeno basta ricordare le “Decretali Pseudo-Isidoriane”, la più celebre e fortunata di tutte le falsificazioni del tempo, il cui obiettivo, come del resto quello di tutti i falsificatori, era di combattere la feudalizzazione in atto della Chiesa Trasalpina. Non si trattava di un’invenzione di testi inesistenti ma di una raccolta di pezzi tratti da tradizioni ecclesiastiche e laiche, per lo più rimaneggiate e dotate di nuove ed autorevoli paternità canoniche. Si ricercava indietro nel tempo fino ad arrivare alle origine della Chiesa perché vigeva la convinzione che più si risaliva nel tempo più vi era la garanzia che i principi fossero sopravvissuti nel tempo perché portatori di verità. Non si voleva infatti indurre nessuno in errore, ma solo riportare la Chiesa sulla via della verità religiosamente intesa. Quello che interessa dunque è esclusivamente la “veritas” in nessun modo la sua formulazione apocrifa o il valore del contenente.
RispondiEliminala falsificazione è un fenomeno che si diffuse molto nel periodo dell'alto medioevo e fu determinato dall'opera di molti studiosi che attribuivano parti di opere anonime ad autori specifici.un esempio di ciò si rinviene nelle decretali pseudo isidoriane,che è un'opera di cui ancora oggi si conservano circa 100 manoscritti.in questa opera si nota la predominanza della veritas sull'auctoritas,che mirava a stabilire un principio giusta a tutela di un'offesa ingiusta.le decretali è un esempio di falsificazione,ma non si tratta di una raccolta di testi inesistenti,ma di testi laici o ecclesiastici a cui è stata attribuita una paternità risalente ai più importanti ecclesiastici del tempo.si mirava ad un ritorno al passato che permetteva di dotare di maggiore veridicità un testo,per questo più il testo era antico,più era vero.tutto spiega come questo era un periodo in cui l'auctoritas aveva minor rilievo rispetto alla veritas,considerata carattere fondamentale.infatti solo in seguito,attraverso l'opera di pier damiani che rifiuta qualsiasi falsificazione,si stabilisce l'importanza dell'auctoritas.
RispondiEliminaGIUSEPPINA NIGRO
Volevo aggiungere un punto che secondo me è piuttosto interessante sul testo di Winroth,del quale non abbiamo parlato a lezione lunedi,relativamente al metodo di insegnamento del diritto introdotto da Bulgaro, delle cui lezioni si trova una raccolta,lo "Stemma Bulgaricum".
RispondiEliminaInizialmente egli utilizzava lo strumento delle"Quaestiones Legitimae",cioè tentava di coniugare,all'interno del testo giustinianeo,i testi normativi che apparivano discordanti,più che altro con finalità esegetiche;ma più tardi,egli cominciò, con le cosidette "Quaestiones de facto",a proporre ai suoi studenti dei casi pratici,dapprima inventati da lui stesso,poi tratti dalla prassi giudiziaria.Winroth scrive che Bulgaro divideva i suoi studenti in due gruppi,i quali prendevano le parti,rispettivamente,dell'attore e del convenuto,e che Bulgaro stesso aveva il ruolo di giudice:la sua lezione consisteva nella simulazione di un processo,e gli studenti dovevano essere abili nel ricercare,tra le fonti,quelle che gli avrebbero fatto vincere la causa,ed essere pronti ad obiettare alle argometazioni della fittizia controparte;ebbene,allontanandomi un momento dalla mera analisi del testo e in realtà anche dall'argomento delle nostre lezioni, secondo me questo metodo sarebbe molto utile anche oggi,nelle università di giurisprudenza,per riuscire ad applicare alla pratica tutta la teoria che apprendiamo dai manuali,cosi da capire veramente molti istituti che sembrano incomprensibili e da acquisire una certa capacità di ricerca delle fonti e di applicazione delle stesse;insomma abbiamo recepito molto da questi autori del passato,magari avremmo potuto recepire anche questo metodo(che in realtà in alcune università straniere viene utilizzato ancora).Il nostro forse si avvicina di più al metodo di Graziano, meno legato alla pratica rispetto a quello di Bulgaro,in quanto Graziano inventava casi che non avrebbero potuto essere ,neanche ipoteticamente, presentati davanti a un tribunale,essendo le contraddizioni non tra avvocati di due parti avversarie,ma tra testi;le sue questioni non erano testimonianze di esercizi pratici,ma della conoscenza che voleva impartire ai suoi studenti.