Sullo sfondo di una storia intima e delicata, di un amore antico che riemerge inatteso a scompigliare la regolare routine del protagonista, il lettore giurista troverà affrontato un problema centrale della storia e dell'attualità dello Stato di diritto: la pubblicazione e la conoscenza delle leggi.
Chi si interessa di storia del diritto, poi, potrà riflettere anche sull'importanza dell'attenzione scrupolosa alla produzione, alla diffusione, all'interpretazione filologica dei testi nella tradizione culturale del diritto e dei giuristi. A me ha fatto capire perché tanta parte della filologia moderna è stata fatta da giuristi-storici-filologi: da Mommsen a Kantorowicz, giù fino a Winroth, che abbiamo avuto ospite quest'anno, e ai tanti che abbiamo seguito nelle loro analisi di testi, di tradizioni, di varianti introdotte dagli autori o dagli utilizzatori dei testi.
Il dottor Amendola, il protagonista, ha una sensibilità propriamente filologica per i testi legislativi: ama la carta, i classificatori, usa il computer perché ne comprende l'importanza, si affligge per una virgola, per l'inflessione di una parola. Va in biblioteca e in archivio. Scrive e parla poco, legge moltissimo.
Insomma: vi consiglio di leggere il romanzo. E se volete scrivete le vostre impressioni qui sotto.
Buon anno a tutti!