tag:blogger.com,1999:blog-6468042914277572661.post4669482268435486859..comments2024-03-27T10:55:32.960+01:00Comments on Diritto Comune Roma Tre: Ernst Hartwig Kantorowicz (Poznan 1895-Princeton 1963)Emanuele Contehttp://www.blogger.com/profile/02257014565062647136noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-6468042914277572661.post-91192011155349739862014-10-12T18:52:41.189+02:002014-10-12T18:52:41.189+02:00La dottrina dei due corpi tendeva ad attribuire al...La dottrina dei due corpi tendeva ad attribuire alla persona del sovrano l'intero corpo politico (e non solo la testa, in difetto delle membra che invece erano la rappresentazione dei sudditi, come accadeva nella metafora dei due corpi). Qui abbiamo dunque una “contraddittoria” unificazione di due corpi in una sola persona, la quale allo stesso tempo ha un corpo naturale, destinato a tutte le cose terrene, come le passioni, la vecchiaia e la corruzione e un corpo 'astratto' la cosiddetta “testa”, che configura un potere politico indissolubile, eterno, incorruttibile.<br />Da quel che mi è parso di capire lo scopo di Kantorowicz era quello di risolvere in favore del monarca una tensione fra il re e i suoi sudditi che non era più demandabile alla visione teologico-medievale della divisione tra testa e membra. Egli superò questo problema attingendo alla teoria secondo la quale nell'età moderna ormai la testa assumeva una centralità assoluta, a discapito delle membra che avevano acquisito una funzione puramente strumentale, fino al punto di essere totalmente inglobate nella testa “incoronata” del sovrano.<br />La portata di questa sua tesi fu sicuramente di grande peso e venne osteggiata dai sostenitori del parlamento, in particolar modo in Inghilterra, dove si verificò il conflitto tra re e parlamento. <br />Kantorowicz infatti abbandonò drasticamente l'antica metafora sull'organicità corporea, che tendeva di per sé a risolvere qualsiasi conflitto di attribuzione pacificamente, propendendo invece per la scelta conservatrice di trasferire ad un'unica figura, quella del re, tutta la valenza del corpo politico, così impedendo qualsiasi plausibilità di opposizione. <br />Siamo dunque in un'epoca in cui la collettività sta perdendo quell'unità organica improntata sulla gerarchizzazione, che faceva capo alla metafora del re come testa e dei sudditi come membra, atti a formare un unico corpo politico.<br />Ora il dogma della teoria dei due corpi risolve anche il problema dell'interregno, perchè ammettendo che il corpo politico non muore mai, assicura la continuità della regalità e il suo trasferimento istantaneo. Da qui l’uso delle frasi: “the King as King never dies” e “le roi ne meurt jamais”.<br />Ho trovato molto chiaro e utile il libro di Adriana Cavarero intitolato “Corpo e figure” nel quale ho potuto approfondire il mio studio su questo tema. Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/05984443252112311399noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6468042914277572661.post-38682123974226523852014-10-12T18:52:17.058+02:002014-10-12T18:52:17.058+02:00Premetto che fare un commento alla suo post così a...Premetto che fare un commento alla suo post così articolato su un personaggio controverso e di così alta levatura come Ernst Kantorowicz è per me un'impresa un po' avventata, soprattutto perchè non ho mai letto integralmente le sue opere. Quindi mi scusi se, esprimendo le mie riflessioni, pecco di qualche errore.<br />Quel che mi affascina della personalità di Ernst Kantorowicz è il fatto che si sia servito dei materiali medievali in maniera radicalmente differente rispetto ai suoi predecessori tedeschi della scuola storica, forse egli si avvicinò molto all'ideologia espressa dallo stesso Calasso e dal prof Conte, sul rifiuto di catalogare il medioevo come “epoca buia-oscura”, servendosene invece per studiare e comprendere le gesta e gli errori commessi nel passato e così partendo da essi, formulare nuove tesi per il futuro. Egli probabilmente comprese l'elemento di continuità della storia, tanto che le sue opere sono ricche di riferimenti alla teologia, alla filosofia, alla politica, alle fonti giuridiche in senso lato. <br />Tra le opere su cui mi sono documentata, mi ha incuriosito soprattutto “The King's two bodies”.<br />Nel medioevo, la teoria cristologica parte dalla dialettica MONARCA (uno) e COMUNITà (molti) e da qui nasce il riferimento al concetto di “corpus mysticum”, concetto di cui si servì anche Bonifacio VIII nella sua bolla Unam Sanctam nel definire la Chiesa. Il corpus mysticum vedeva l'eucarestia come collegamento tra Cristo e la comunità di fedeli e creava in questo modo un legame unico e indivisibile, senza il quale non vi era né salvezza né remissione dei peccati. Poco dopo, i giuristi affermarono lo stesso concetto trasposizionandolo in chiave politica, lo stesso Luca Da Penne asserì: “Allo stesso modo in cui è contratto un matrimonio divino e spirituale tra il vescovo e la Chiesa, così tra il principe e lo Stato si conclude un matrimonio temporale e terreno”.<br />Ma nel 1542 il re Enrico VIII affermò, rivolgendosi al suo Consiglio: “dai nostri giudici sappiamo che mai nella nostra regale condizione noi siamo posti così in alto come durante i lavori del Parlamento, ove noi come capo e voi come membra siamo congiunti e uniti in un solo CORPO POLITICO” e questa è proprio la proposizione che evidenza al meglio la metafora del corpo, che si differenzia da quella dei “due corpi” propria del nostro Kantorowicz, che si sviluppò invece in un periodo posteriore, datato all'età dei Tudors.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/05984443252112311399noreply@blogger.com